Il veliero della città di Tricase

Per la rubrica “Ricordi di banchina”, oggi vogliamo raccontare, a chi ancora non la conosce, la storia del veliero Portus Veneris e condividere con tutti quel bellissimo documento filmato realizzato dall’Associazione Magna Grecia Mare, in occasione del suo primo restauro.

Il Portus Veneris, lo storico veliero ormeggiato al centro del vecchio bacino portuale, e che in molti chiamano impropriamente “caicco”, è sicuramente una delle immagini più suggestive del Porto Museo di Tricase, un vero e proprio monumento della città. Un’imbarcazione unica al mondo per tipologia e armo velico, la cui costruzione risale, secondo la datazione degli esperti, a oltre 100 anni fa.

La sua storia inizia nel 2002. O meglio, in quell’anno inizia la parte di storia legata al Porto di Tricase.

Era una delle tante carrette del mare, senza nome, disalberata e semidistrutta che, purtroppo come oggi, “accompagnavano” uomini, donne e bambini in fuga dai loro Paesi martoriati dalla guerra, alla ricerca di un futuro migliore. Sulla costa di fronte a Marina Serra, la futura Portus Veneris ne aveva accompagnati 98, di nazionalità curda.

La barca era stata abbandonata in mare e, come previsto dalla legge, sequestrata dall’autorità giudiziaria, confiscata e trasportata in un deposito di rottami, in attesa della successiva e definitiva demolizione.

E sicuramente sarebbe stata distrutta se i soci fondatori dell’allora appena nata Associazione Magna Grecia Mare, già impegnati a condividere con la Città di Tricase un ambizioso progetto di “rinascita”, nella loro costante attività di scouting di imbarcazioni tradizionali abbandonate e da restaurare e nella loro ricerca della “Barca del Comune”, non si fossero imbattuti in questo scafo che apparve subito “ideale” e che nelle linee costruttive ricordava quei “legni” che storicamente animavano il Porto di Tricase.

Dopo le necessarie indagini e i dovuti approfondimenti che condussero a identificarne la tipologia, (Trechandiri per i greci e Tirhandil per i turchi), le caratteristiche costruttive, le sue peculiarità e a valutarne lo stato, si decise che la barca meritava di essere salvata. Il merito non era solo da riconoscere al suo grande valore storico e “marinaresco”, al suo essere simbolo degli scambi e dei legami delle coste salentine con gli altri popoli del Mediterraneo e della sua parte di levante in particolare, ma anche alla sua storia recente, indubbiamente degna di essere raccontata, e trasformata da vicenda di disperazione a messaggio di rinnovamento (di “rinascita”) e fratellanza.

Il Comune di Tricase (che a tutt’oggi ne detiene la proprietà) si prodigò a presentare formale richiesta di assegnazione dell’imbarcazione alle autorità competenti (era la prima volta che una barca confiscata veniva assegnata ad un ente locale per il raggiungimento di scopi istituzionali) e fu l’Associazione Magna Grecia Mare ad impegnarsi in tutte le operazioni di restauro, così come a curarla e gestirla.

Dopo più di due anni di duro lavoro da parte degli associati, affiancati e guidati dai maestri d’ascia Antonio e Nino Frassanito di Marittima, e grazie al contributo di tanti appassionati e sostenitori, il primo restauro era finalmente terminato, la barca risorta e ritornata nel suo elemento naturale e ribattezzata con il nome Portus Veneris, dedicandola al suo nuovo porto di adozione, l’antico porto di Venere. Era il mese di agosto del 2006, Tricase aveva la sua “Barca del Comune”, era stato raggiunto un traguardo fondamentale dell’originario progetto di “rinascita”, erano gettate le fondamenta dell’immediatamente futuro Porto Museo di Tricase, la rotta era tracciata.

Appena un anno dopo, nel settembre del 2007, grazie all’intervento dell’organizzazione internazionale CIHEAM Bari e alla sua collaborazione sempre preziosissima, sul ponte del veliero Portus Veneris veniva siglato il primo accordo internazionale per la valorizzazione delle comunità costiere del Mediterraneo e si apriva l’ancora attuale dialogo con i popoli del Mare Nostrum e oltre. Era diventato un “Ponte nel Mediterraneo”, simbolo di fratellanza e di cooperazione.

Oggi, il veliero della Città è l’ammiraglia della flotta del Museo delle Imbarcazioni Tradizionali e dell’Arte Marinaresca del Porto Museo di Tricase. È una nave scuola, un museo itinerante, una sede prestigiosa di eventi culturali e di rappresentanza istituzionale internazionale.

Buon Vento, Portus Veneris! Sempre!

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